In questi giorni, uno degli argomenti a tenere banco è senz’altro il disastro del Volo Air France AF447, un Airbus 330 precipitato con 228 persone a bordo quattro ore dopo il decollo da Rio de Janeiro, in Brasile, in rotta verso Parigi. La mancanza di comunicazioni di emergenza con l’equipaggio, l’incertezza sul luogo esatto del disastro (il più grave nella storia della compagnia di bandiera), i presunti 24 messaggi automatici di segnalazione anomalie lanciati dal velivolo, fra cui il disinserimento del pilota automatico nei minuti finali che non si sa se attribuire a una decisione dei piloti o a informazioni contraddittorie sulla velocità registrate dal sistema di bordo, hanno infittito il mistero sui motivi dell’incidente.
Apparentemente il volo non avrebbe incontrato condizioni meteorologiche particolarmente proibitive. Il punto è che i media francesi, fra cui Le Monde, hanno citato fonti investigative secondo le quali l’aereo stava volando troppo lento prima del disastro, dando implicitamente a intendere che potrebbe essersi danneggiato irreparabilmente attraversando un fronte temporalesco. Questo però non spiega l’estensione del tratto di oceano lungo il quale si stanno recuperando corpi e rottami, ampio ben 55 miglia. Non ci vuole un genio dell’ingegneria aeronautica per giungere alla conclusione che il velivolo si è in qualche modo disintegrato in volo. Interessante la segnalazione di un pilota della Air Comet in volo da Lima a Madrid, che non lontano dalla zona del disastro avrebbe osservato “un intenso bagliore di luce bianca” che è sembrato scendere verticalmente e separarsi in sei segmenti.
Nessuna fonte ufficiale al momento ha tirato in ballo atti terroristici: al contrario, si è fatto di tutto per escluderla. Ora la priorità sembrerebbe quella di recuperare le scatole nere, ma da più parti si mettono le mani avanti con affermazioni tipo “non siamo sicuri di riuscire a recuperare le scatole nere”, “probabilmente non sapremo mai cos’è successo realmente”, etc. Tuttavia molti esperti non escludono affatto l’ipotesi di una bomba a bordo, anzi: persino un pilota della stessa compagnia ha espresso questa idea, che a suo dire è l’unica spiegazione per la mancanza di comunicazioni di emergenza coi piloti e la dispersione dei rottami su un’area così vasta. Se così fosse, allora quella dei segnali automatici trasmessi per alcuni minuti sarebbe una storia di copertura, in quanto del tutto incompatibile con lo scenario dell’esplosione o disintegrazione improvvisa.
Qualcuno ipotizza la presenza fra i passeggeri a bordo di qualche personaggio particolarmente importante e/o scomodo da eliminare, considerando l’elevato livello di insabbiamento presumibilmente in atto da parte del governo francese e di quello brasiliano. Curiosamente, su quell’aereo viaggiavano l’argentino Pablo Dreyfus e lo svizzero Ronald Dreyer, due attivisti di fama mondiale, impegnati da anni a investigare e denunciare i traffici internazionali di armi e stupefacenti e le relative connessioni, con eccellenti risultati. Si stavano recando a Ginevra per presentare l’ultima edizione del rapporto Small Arms Survey, del quale Dreyfus era co-editore. Nel sito web dell’organizzazione indipendente Small Arms Survey, la quale fa parte del Graduate Institute of International Studies, si afferma che il lavoro di Dryer come diplomatico a fianco di missioni dell’ONU in El Salvador, Mozambico, Azerbaijan, Kosovo e Angola, ha contribuito a mobilitare il sostegno di oltre 100 paesi alla causa del disarmo e dell’eliminazione dei traffici di armi leggere.
A questo punto, speriamo solo che a nessuno venga in mente di tirare in ballo gli UFO, che dal canto loro ultimamente stanno creando non pochi grattacapi, particolarmente al governo britannico.
Il 31 maggio nei cieli del Cambridgeshire e di altre zone dell’Inghilterra numerosi cittadini hanno osservato e fotografato decine di misteriose luci giallo-arancio che volavano in formazione. L’evento ha ricevuto una inusitata attenzione da parte dei media, che hanno dato spazio anche a una notizia recentemente pubblicata dal Telegraph, secondo il quale una nave militare della Royal Navy, il cacciatorpediniere HMS Daring, alla fonda presso Liverpool, sarebbe stata sul punto di aprire il fuoco contro degli Oggetti Volanti Non Identificati mentre passavano in volo sopra Merseyside.
La spiegazione della marina britannica, secondo la quale si trattava di “flares” utilizzati per verificare l’efficienza del sistema di puntamento radar delle batterie di cannoncini anti-missile Phalanx dell’imbarcazione, sembra piuttosto risibile, se non altro perché per definizione i “flares” sono sistemi pirotecnici atti a ingannare i sistemi di puntamento all’infrarosso dei missili, mentre le contromisure per i radar sono più propriamente striscioline metalliche denominate “chaff”. E poi, la nave in questione non sarebbe ancora dotata di tali batterie, a causa della mancanza di fondi, bensì di un cannone Kryten calibro 4.5.
E proprio le difficoltà economiche sarebbero al centro di una notizia diffusa da tale Richard Hogarty, secondo il quale Barak Obama starebbe per passare alla Cina i progetti del bombardiere “invisibile” B-2 in cambio della cancellazione di 50 miliardi di dollari del debito statunitense nei confronti del paese asiatico. Sembra che l’amministrazione abbia concluso che comunque il bombardiere B-2 è “strategicamente obsoleto” e i cinesi non sarebbero in grado di produrre la loro flotta di velivoli operativi per “almeno otto anni”.
Taiwan, Giappone e Corea del Sud, tradizionali alleati degli USA, pare siano decisamente scettici nei confronti dell’operazione, in quanto la Cina potrebbe trasferire questa tecnologia ai propri alleati, come accadde col nucleare poi acquisito da Pakistan e Corea del Nord, ma Obama avrebbe definito le loro opinioni come “irrilevanti”. Ad ogni modo, nonostante la sua natura controversa (o proprio per questo), questa proposta non verrà presentata al Congresso: il Dipartimento di Stato è stato chiamato ad assistere il Dipartimento della Difesa nel trasferimento del materiale.
Francamente è difficile non valutare questa notizia con una certa dose di scetticismo: 50 miliardi di dollari sono una goccia nel mare del debito statunitense detenuto dalla Cina, che ammonta a ben oltre un trilione di dollari. Come si può pensare che un’operazione del genere possa alleviare una esposizione finanziaria così catastrofica?
Forse, alla faccia del tanto paventato “picco petrolifero” e del rilancio delle tecnologie “verdi”, gli Stati Uniti hanno in vista buoni affari con l’Uganda: Sally Kornfeld, un funzionario del Dipartimento dell’Energia, ha entusiasticamente dichiarato che in base ai risultati di numerose prospezioni effettuate in varie località del paese, le riserve petrolifere dell’Uganda potrebbero essere pari o superiori a quelle dell’Arabia Saudita! Alla faccia del riscaldamento globale, e della responsabilità ascritta alle attività umane sul pianeta, bizzarra teoria continuamente rilanciata dai vari media e sempre più sbugiardata da nuovi studi, come quello del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland, che analizzando i dati climatici dell’ultimo secolo ha concluso che le variazioni solari hanno esercitato un impatto significativo sul clima terrestre, e che le prove di questi cambiamenti basati sull’irradiazione solare si possono rintracciare sino all’epoca della Rivoluzione Industriale. Secondo il climatologo Robert Cahalan, “In questo momento ci troviamo in mezzo a due ere glaciali, in un periodo chiamato Olocene”.
Ben più inquietante la recente scoperta che la Terra sta perdendo la sua atmosfera, più di Venere e Marte, che pure dispongono di campi magnetici assai fievoli. Ciò potrebbe significare che il campo magnetico terrestre non riesca più a proteggerci da raggi cosmici, vampe solari e altri effetti dovuti al vento solare. Sembra che quest’ultimo in particolare influisca negativamente sulla ionosfera, al che mi domando se, almeno in parte, non possa esserci anche una relazione con le manipolazioni elettromagnetiche esercitate su quest’ultima tramite il sistema HAARP in Alaska. Mi pongo questa domanda soprattutto dopo aver osservato questa foto:
Sarebbe stata scattata proprio da Poker Flat, in Alaska, grazie a un nuovo radar in grado di fornire le prime immagini tridimensionali dei fenomeni dell’atmosfera superiore (ionosfera) nella regione polare. Curioso il fatto che il radar in questione sarebbe composto da 4.096 piccole antenne (vi ricorda qualcosa?) in luogo della classica parabola. Le enormi onde rilevate possono raggiungere centinaia di chilometri di lunghezza e viaggiare a metà della velocità del suono. Non è spiegato il motivo per il quale sono state definite “onde gravitazionali”, ma per come la vedo io potrebbero benissimo essere invece il prodotto dell’attività del sistema HAARP…
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Bisogna ricordarsi che Francia e Brasile hanno stipulato degli accordi importanti, riguardanti la tecnologia atomica e la costruzione di un sottomarino a propulsione nucleare.
RispondiEliminasaluti
Alessandro
http://sitoaurora.splinder.com
Impressionante la foto!!!
RispondiEliminaQuanto al campo magnetico terrestre, questo è inversamente proporzionale alla frequenza Schumann, che si sa sta aumentando. Una possibile funzione di HAARP e delle scie potrebbe essere quella di mantenere il campo magnetico.
Ipotesi del tutto personale, senza grossi studi dietro. Però mi pare verosimile.
ma mi faccia il piacere....
RispondiEliminaUn post del genere mi sembra vergognoso. Mai una fonte, un nome, un'indicazione precisa di niente... il pilota anonimo che avrebbe detto (non si sa se prima o dopo cena...) che la bomba è l'"unica" spiegazione... "qualcuno" che "ipotizza" sulla presenza a bordo di persone "importanti" (magari sapere chi sono?)... come si fa a scrivere e pubblicare questo ciarpame a proposito di una tragedia (che coinvolge anche molti italiani) e poi passare a scherzare sugli UFO?
RispondiEliminaHo dato un'occhiata anche alla notizia sulla nave inglese che "sarebbe stata sul punto" di aprire il fuoco contro UFO "sopra Merseyside".
RispondiEliminaChe dire? Non siamo più ai tempi di Peter Kolosimo: adesso in dieci secondi con Google si tira fuori l'articolo originale, che naturalmente non parla affatto di navi che "stanno per aprire il fuoco" contro UFO o altro. La storia è diversa: sono state viste strane luci in cielo e qualcuno ha avanzato l'ipotesi che fossero flare usati per un'esercitazione. Ipotesi campata un po' in aria, come si vede dai molti dettagli sbagliati inseriti nell'articolo stesso... ma tutta qui!
E difatti probabilmente l'autore, per le indicazioni pubblicate su questo blog, non si è preso il disturbo di leggere il testo originale. Ha letto un articolo di Lewis Page sul Register (che prende - giustamente - in giro le sciocchezze pubblicate sul Guardian) e non ha capito che molte delle osservazioni (tra cui quelle dell'"aprire il fuoco") erano ironiche.
Del resto, l'autore del blog dice che le luci sarebbero passate "sopra Merseyside": evidentemente non gli è ben chiaro neanche che cos'è "il" Merseyside...
Che cosa patetica e desolante. Non ci sono dietro neanche due minuti di lavoro.