Se a questo scenario vogliamo aggiungere che Israele sta spostando tre dei suoi sommergibili con capacità nucleari nel golfo Persico, a ridosso dell’Iran, il quadro della situazione attuale è agghiacciante, perché di converso anche il disastro in corso nell’altro Golfo, quello del Messico, sta assumendo dimensioni a dir poco apocalittiche. Pur con tutti i dubbi e le riserve su un recente articolo diffuso in rete che citava un rapporto compilato da scienziati russi e presentato a Putin in persona, i termini della questione rimangono: la quantità di petrolio che fuoriesce dalla falla è abnorme, al punto che più che di falla si potrebbe ormai parlare di un piccolo vulcano di petrolio sottomarino; qualcuno, ricordando come il disastro della Exxon Valdez era finora considerato il peggiore della storia, fa notare come nell’area fuoriesce una quantità di petrolio pari a quella della superpetroliera affondata in Alaska ogni quattro giorni; l’enorme quantitativo di un solvente estremamente tossico, il Corexit 9527, utilizzato dalla BP (si parla di almeno 800.000 galloni, ma ritengo sia una stima per difetto), sta “sciogliendo” le chiazze di petrolio in superficie creando nel contempo enormi “nuvole” di idrocarburi e solventi in sospensione sotto il mare per decine di metri, distruggendo letteralmente tutto ciò che vive là sotto:
I solventi e gli aromatici degli idrocarburi, estremamente volatili, sono destinati a entrare nel ciclo meteorologico delle precipitazioni piovose che interesseranno il continente americano, con conseguenze inimmaginabili per gli esseri umani, gli animali, le piante, la catena alimentare, le falde idriche… in Florida già si segnalano piogge contenenti petrolio, e si sta avvicinando la stagione degli uragani. E volete sapere cosa ha dichiarato uno degli esperti petroliferi della BP che stanno cercando senza alcun successo di tappare la falla? Secondo lui, “la cosa migliore da fare” sarebbe inserire una piccola bomba nucleare nel pozzo in questione e farla detonare per sigillarlo!
E intanto, come documentato da questa foto diffusa dalla NASA, il petrolio sta entrando nel ciclo della Corrente del Golfo e quindi si farà un bel giro nell’Atlantico…
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