lunedì 11 maggio 2009

LETTERA APERTA A PAOLO ATTIVISSIMO

Egregio Paolo Attivissimo,
ho apprezzato la sua civile proposta di un confronto in rete per dibattere, se mai ce ne fosse ancora bisogno, sullo spinoso argomento delle scie chimiche. Come ben sa, avevo deciso di non farmi invischiare in sterili polemiche e discussioni infinite che, come esemplificato dal caso di Massimo Mazzucco per quanto riguarda le questioni inerenti all’11 Settembre 2001, alla fine non portano nessuna delle due opposte “fazioni” a riconoscere le ragioni dell’altra e a stabilire in modo definitivo da che parte stia la verità: come ama dire Duncan M. Roads, editore australiano della rivista NEXUS della quale mi pregio di dirigere l’edizione italiana, “per ogni esperto, esiste un esperto uguale e contrario”. Sollecitato da M.C., stavo valutando se non fosse il caso di riconsiderare questa mia decisione, quando un tale Peyote ha pensato bene di tendermi una sorta di “tranello” attraverso il suo blog, contattandomi via email e spacciandosi per tale “Michele”. Malgrado si sia in seguito scusato e mi abbia spiegato le sue motivazioni per tale comportamento, rimane il fatto che attualmente il dibattito, se tale lo si può ancora definire, ha decisamente travalicato i limiti del civile confronto di idee e si è impantanato in una palude di accuse reciproche, sarcasmi, ripicche, provocazioni, offese gratuite…
Come spesso accade, si confonde il messaggio con il messaggero, e così facendo si getta il bambino insieme all’acqua sporca. Che lei lo voglia accettare o meno, il fenomeno delle scie chimiche è tremendamente reale, ma nessuno sa per certo quali ne siano le motivazioni, anche se i numerosi indizi autorizzano a formulare ipotesi piuttosto coerenti, anche se per certi versi sconcertanti. Il fatto che queste ipotesi mettano in seria discussione il modello di realtà normalmente percepito dalla popolazione in generale non le rende meno credibili o lontane da una possibile, pur se scomoda, verità.
Esiste in rete una mole di documenti, brevetti, analisi, discussioni, tale che chiunque sia dotato di sano buonsenso e un minimo di volontà e intelligenza potrà valutare e discernere come stiano realmente le cose. Per quanto mi riguarda, io vedo quello che vedo, e in questo sono spalleggiato da persone estremamente qualificate, come un ingegnere aeronautico, un ex-pilota da caccia, o un biologo di sua conoscenza: ma da quello che ho letto sul suo blog, non mi sembra che lei o i suoi sodali abbiate mostrato il benché minimo rispetto nei suoi confronti e verso le argomentazioni da lui presentate, né ho motivo di pensare che tale atteggiamento sarebbe diverso nei confronti degli altri. Come dicevo, “per ogni esperto, esiste un esperto uguale e contrario”.
Quindi, che cosa dovrei fare? Perdere ore preziose per raccogliere e catalogare tutto il materiale in mio possesso, allo scopo di ribattere punto per punto alle innumerevoli questioni inerenti materie come la meteorologia, il clima, l’aerodinamica, la chimica, la biologia, la geologia, la nanotecnologia, l’elettronica, la geopolitica, l’economia, etc., tutte fondamentali per una comprensione del complesso fenomeno delle scie chimiche nella sua interezza? Dovrei aggiungermi al gioco di coloro che sottoponendo minuziosamente a scrutinio ogni singolo albero per trovare quello da abbattere, nemmeno si accorgono della foresta che li circonda?
Personalmente ritengo manchi ancora un elemento di prova fondamentale per dirimere una volta per tutte la questione delle scie chimiche, e mi sto adoperando per ottenerlo. Quando ne potrò disporre, sarò lieto di aprire una discussione con lei a tal proposito, così da focalizzarci su una questione specifica ma potenzialmente risolutiva. Spero proprio di riuscire a concretizzare tutto entro l’anno in corso.
Dati i precedenti, non mi aspetto in ogni caso un suo ripensamento sulla questione. Dai suoi facili sarcasmi, mi sembra di capire che il suo scetticismo spazia virtualmente in ogni ambito dello scibile umano. Beato lei che è confortato dalle certezze della “scienza”: io l’unica che ho è quella di non averne.

Cordiali saluti
Tom Bosco

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