La preziosa testimonianza del coraggioso giornalista e documentarista James Fox dalla Lousiana tratteggia uno scenario degno dei nostri peggiori incubi: è in corso una vasta operazione, apparentemente (e illegalmente, aggiungerei) gestita dalla stessa BP insieme, pare, alla Chevron, attorno alla quale è stata stesa una cortina di protezione quasi impenetrabile. È impossibile avvicinarsi alle zone del disastro, o parlare con qualcuno degli addetti alle operazioni, vincolati al segreto più totale. Nessuno può filmare o fotografare nulla (pena la confisca degli apparecchi), lo spazio aereo sopra la chiazza è stato virtualmente chiuso (quindi non è possibile effettuare riprese dall’alto che aiutino a capire la situazione) e sono state segnalate truppe in pieno assetto da combattimento nonché l’arrivo presso l’aeroporto militare di Jacksonville di un gran numero di veicoli bianchi delle Nazioni Unite. Tutto lascia ipotizzare che stia per essere dichiarato lo stato di emergenza con conseguente Legge Marziale. In altre parole, un altro insano passo avanti verso la realizzazione di un Nuovo Ordine Mondiale.
http://www.youtube.com/watch?v=-0fLnRpofPg
http://www.youtube.com/watch?v=fKhMVAa4UlI&feature=related
Il corexit, solvente usato in quantità industriali per dissolvere le chiazze di petrolio (e occultare in tal modo la magnitudine della catastrofe in corso) sta provocando danni enormi, non solo all’ambiente marino ma anche all’atmosfera, in numerose aree letteralmente velenosa. Qualcuno ritiene possa ricadere sotto forma di piogge tossiche, addirittura per anni! (1) Senza dimenticare il benzene:
http://www.youtube.com/watch?v=eGxGVGiD3yk
Il petrolio ormai sembra fuoriuscire direttamente da alcune crepe sul fondo marino:
http://www.youtube.com/watch?v=b2RxIQP0IBU&feature=player_embedded
Questo video sembrerebbe confermare i timori espressi più di un anno fa da numerosi geologi, secondo i quali il fondo marino oggetto delle trivellazioni della BP è marcatamente instabile se non decisamente pericoloso a causa della presenza di un’enorme sacca sotterranea di gas metano, in pressione a 100.000 libbre per pollice quadrato (PSI), e date le premesse che l’incidente alla piattaforma Deep Horizon era un evento praticamente scontato, il quale ora ha messo in moto una catena di conseguenze irreversibili. Due membri del Congresso, in un rapporto inviato all’amministratore delegato della BP, Tony Hayward, hanno affermato: “Sembra che la BP abbia continuato a prendere, una dopo l’altra, decisioni per risparmiare tempo e denaro che hanno aumentato il rischio di un’esplosione.” Fatto sta che ora esiste il rischio concreto che dalle fessure sul fondo si formino enormi bolle di gas metano in pressione che risalendo alla superficie potrebbero devastare navi e piattaforme di trivellazione nella zona e uccidere un gran numero di persone.
Ma questo è ancora niente: lo scenario peggiore prevede che se queste bolle dovessero fratturare ulteriormente il fondo marino, si verificherebbe un’esplosione di una potenza assimilabile alla devastante eruzione di Mt Saint Helens, nel Pacifico nord-occidentale, avvenuta nel 1980. Un enorme flusso di gas si farebbe strada attraverso chilometri di roccia sedimentaria, strato dopo strato, esplodendo con una pressione stimata di 50 tonnellate per pollice quadrato che squarcerebbe varie miglia di fondo marino con una detonazione gigantesca, uccidendo tutto ciò con cui entra in contatto e innescando un’ondata di tsunami quasi supersonica con velocità fra i 650 e 950 chilometri orari e alta oltre trenta metri. (2) Florida, Lousiana, Texas… devastazione totale, con decine, forse centinaia di migliaia di vittime. Come ciliegina sulla torta, sembra che il petrolio che continua a fuoriuscire sia anche moderatamente radioattivo! (3) Apparentemente questo fattore è legato, guarda caso, proprio alla forte presenza di metano. (4)
Ho molto apprezzato una mail speditami appena rientrato dal Giappone dal mio amico e collaboratore Andrea Rampado, che occupandosi tramite la sua azienda Biokavitus di tecnologie di cavitazione e nanobolle mi ha segnalato una brillante soluzione per il recupero del petrolio nel Golfo del Messico proposta da una loro concorrente statunitense. Sono d’accordo con lui che la massima divulgazione dell’esistenza di queste soluzioni è vitale in situazioni come questa. Potete scaricare qui l’interessantissimo documento (in inglese).
Vi aggiornerò quanto prima sulla situazione, condendo il tutto con interessanti notizie su quanto sta accadendo al Sole…
Note:
1) http://www.examiner.com/x-33986-Political-Spin-Examiner~y2010m6d17-North-America-facing-years-of-toxic-rain-from-poisonous-BP-oil-spill-dispersants
2) http://www.helium.com/items/1864136-how-the-ultimate-bp-gulf-disaster-could-kill-millions; http://www.washingtonsblog.com/2010/06/bp-admits-that-if-it-tries-to-cap-leak.html
3) http://www.rense.com/general91/glf.htm
4) http://www.rense.com/general91/d2se.htm
edit
RispondiEliminaTrovo molto triste quando per propagandare una tesi, si avvalla anche ciò che la propria intelligenza ed esperienza ci dicono essere palesemente falso.
E' ad esempio il caso dell'enfasi con cui si sostiene che lo spazio aereo sopra la chiazza sia stato virtualmente chiuso.
Una notizia falsa che ad un pilota, quale Tom Bosco sostiene di essere, non può sfuggire anche perché procurarsi il relativo NOTAM è questione di pochi minuti.
Lo spazio aereo sull'area è stato chiuso dala superficie a 3000 piedi AGL (meno di 1000 mt)
Fonte FAA:
http://tfr.faa.gov/save_pages/detail_0_5100.html
Come qualunque pilota sa bene, da quella quota si vede tutto ciò che si vuole. Inoltre qualunque pilota con reale esperienza non si stupisce di questo NOTAM sapendo che sull'area sono in corso operazioni aeree di soccorso e lavoro aereo.
Ora appurata la faziosità (e falsità) con cui è stata data questa notizia c'è da domandarsi quanto sia attendibile tutto il resto dell'articolo anche in considerazioni degli evidenti svarioni sulle grandezze fisiche in gioco.
orsovolante: ma vai a lavorare onestamente!!!
RispondiEliminaSalve Tom Bosco, sono un suo lettore, ovvero un abbonato di NEXUS da molti anni ( 2001 ). Non sapevo che avesse un blog! Pensi un po', me ne sono reso conto solo ora, mentre ero andato sul blog La scienza marcia. Forse mi sarà sfuggito.
RispondiEliminaLo metto subito nell'elenco dei blog/siti preferiti del mio blog.
Ho letto, dal sito di NEXUS, questo suo ultimo articolo; che dire, che c'è da mettersi le mani nei capelli se tutto dovesse andare ( riferendomi all'articolo precedente ) così come hanno pensato alcuni scienziati.
Dalle immagini, comunque, si vede il petrolio in effetti fuoriuscire dal fondale e quindi non solo dal foro.
Incrociamo le dita.
Arrivederla e a presto.
Luka78